Oggi ho preso coraggio e ho cercato di concretizzare un'idea che rimuginava per la testa da qualche tempo. Spesso infatti vediamo articoli sul giornale, pubblicità e altre piccole cose che non sentiamo coprire un articolo, finché ho realizzato che twitter esiste da un pezzo, semplicemente non l'ho mai saputo usare :P
È quindi con grande impegno per me che abbiamo creato l'account twitter di @nerdincanada, che cercherò di imparare ad utilizzare :)Con l'occasione voglio tradurre un articolo di Hassan Serraji, giornalista locale originario del Marocco, cui spero non dispiaccia traduca il suo pensiero che ho avuto modo di leggere pochi giorni fa (fonte journalmetro):
Quando la nostra anima se ne va
Nella primavera del 1986, ero uno studente di letteratura moderna al liceo, l'equivalente del cégep in Québec. Un giorno, un addetto ha fatto il giro di tutte le aule del primo anno per distribuire un formulario. Senza spiegazioni o consulenza di uno specialista, ci ha intimato di scegliere un indirizzo per i nostri futuri studi.
Di ritorno a casa, dovevo arrangiarmi a scegliere tre indirizzi in ordine di preferenza. A tavola, chiesi a mia madre un aiuto per dare forma al mio avvenire. Spiazzata, mi ha detto di chiedere a qualcun altro. Non voleva dover sopportare il risentimento di un eventuale fallimento professionale. In quel caso, l'avrei tormentata per tutta la vita.
Messo all'angolo, chiesi consiglio ai fratelli maggiori di quartiere. Uscendo da casa mia incontrai un vicino, uno dei più brillanti studenti della città. Un secchione, come diremmo qui. Lo interpellai per mettere fine alla tortura di quel maledetto formulario. La sua risposta è stata concisa: chi non ha problemi di impiego dopo gli studi universitari? Il laureato in scienze economiche! La scelta fu rapida come la risposta del mio vicino. A mia insaputa, la mia carriera fu dettata dal mercato. In suo onore, avevo sacrificato il mio amore della letteratura e della storia.
A quei tempi, qual era la paura dei futuri studenti? Impegnarsi in un corso di laurea considerati fuori moda, perciò le facoltà letterarie venivano largamente evitate. Non è un caso se nel mio vecchio mondo le facoltà di filosofia sono state chiuse in tempo record.
Un quarto di secolo più tardi, molta acqua è passata sotto ai ponti. Grazie al mio baccalaureato in economia, sono riuscito ad ottenere una carriera di successo. Però non mi era mai andata giù la mia vocazione abbandonata. C'è voluto l'effetto di un'immigrazione per farmi riprendere. A 35 anni, la mia vita ha fatto un'inversione. Ho iniziato dei corsi serali per ottenere un certificato in giornalismo. A 40 anni ho fatto un salto nel vuoto. Era audace cambiare carriera con la responsabilità di una famiglia. È stata la decisione giusta.
Qui come altrove, il giorno in cui si comincia a pianificare il nostro futuro sulla base del mercato, la nostra anima se n'è andata dalla porta sul retro. Ci si indebita per investire in un diploma che renda economicamente. Dopodiché si fanno i salti mortali con ogni mezzo per ripagare il debito il più velocemente possibile.
Ci si prende gusto. Ci si indebita per avere una grande casa in un quartiere "in", lontano dai perdenti, quelli che non riescono a seguire il ritmo sfrenato della corsa al debito. In seguito è per la macchina, i vestiti, i club privé, la seconda e così via. Più si è indebitati, più si è asserviti.
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